L’ultimo manifesto di Michelangelo Pistoletto ci invita ancora una volta a guardare dentro uno specchio. Nello specchio c’è la realtà delle cose, la forma del mondo senza interpretazioni, e dunque la verità. Nello specchio c’è l’incessante flusso delle immagini che cambiano continuamente la scena, governata dal caso, portandoci a comprendere che la relatività è il principio assoluto. Le immagini appaiono e scompaiono nello stesso spazio. Nello specchio c’è tutto il Possibile. Lo specchio contiene nello stesso istante la presenza e l’assenza , la vita e la morte, il presente di ciò che esiste e si riflette e la memoria di ciò che non c’è più. Contiene anche il futuro di ciò che potrà riflettersi. Ma per costruire quel futuro Pistoletto ci invita a voltarci, a dare le spalle allo specchio ed impegnarci a costruire il Terzo Paradiso. Ominiteismo e demopraxia è un manifesto politico che assegna all’arte il ruolo di indicare la strada per la costruzione di una nuova umanità, una società rigenerata, che sappia portare avanti la ricerca etica, il modo di intendere e praticare la morale, al pari passo con la più avanzata ricerca scientifica. Né la ricerca scientifica, e lo sviluppo tecnologico avanzato, né le fedi religiose, né le forme politiche conosciute hanno saputo impedire la barbarie delle guerre, la legge della sopraffazione, la violenza, l’iniquità, la negazione delle differenze. Spetta all’arte fornire strumenti per educare le persone al libero esercizio del pensiero. Occorre il progresso del pensiero, delle forme di relazione, partendo dal microcosmo delle relazioni tra due esseri umani, al macrocosmo delle relazioni tra sistemi sociali, politici economici, culturali. Occorre creare nuove forme di relazione, Nella lectio magistralis tenuta all’inaugurazione del Macro (Museo di arte contemporanea di Roma), Pistoletto ha concluso dicendo che cambiando la forma di una relazione si cambia la civiltà. Colui che va verso il futuro con lo specchio alle spalle, colui che costruirà il Terzo Paradiso, è capace di coniugare la conoscenza alla responsabilità individuale e sociale, possiede una coscienza spirituale autonoma, che prescinde da precetti esterni, ma agisce attraverso piccole pratiche quotidiane (praxis) in nome degli uomini, della pacifica convivenza, e della capacità creativa di abitare il mondo rispettandolo, e della capacità spirituale di sentire la natura. Ancora una volta l’arte non si sostituisce ad altri ambiti del sapere, li attraversa, rielabora strumenti e concetti, li restituisce rigenerati, sotto nuove forme, nuovi segni, nuovi significati. Ci riporta a noi stessi, chiedendoci il più arduo dei compiti: assumersi la responsabilità della propria libertà.
Michelangelo Pistoletto, Omini-teismo e Demo-praxia, Chiarelettere Editore srl, Milano 2017